Il primo modello proposto per il rapporto ideale terapeuta-paziente è stato il così detto “schermo bianco”, dove il terapeuta doveva rimanere in una posizione neutrale, quasi anonima al fine di semplificare il “riversare ” delle proiezioni da parte del cliente.
Tale credenza si basava sulla convinzione errata che, qualora il terapeuta avesse manifestato le sue peculiarità da”individuo comune”sarebbe stato difficile per il cliente, esprimersi liberamente.
Bene, scordiamoci lo schermo bianco! Attualmente il modello migliore è proprio quello in cui il terapeuta somministra se stesso!
Lo psicoterapeuta deve essere reale e come tale non può essere neutrale: ha un ruolo di esempio, specie nella psicoterapia in gruppo, dove deve offrire un modello di comportamento sul quale i membri si modellano pian piano.
Per una buona riuscita della terapia è perciò necessaria una certa “trasparenza” del terapeuta: egli deve saper riconoscere tutte le sue molteplici parti così da metterle a disposizione del cliente, anche quelle che avverte come sue fragilità.
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